A COFFEE TABLE EVOLUTION
Spesso abbiamo descritto i tavolini “spalle” o “attori non protagonisti”, i tavoli da pranzo “studi della convivialità”. Forse dovremmo fare ammenda: considerando il processo di progettazione che sta dietro un tavolo di qualsiasi forma e dimensione, i nostri epiteti non rendono sufficientemente giustizia a questi straordinari elementi d’arredo.
Riempire uno spazio dei nostri oggetti preferiti, quelli che danno un senso alle fredde mura, significa modellare una nuova personalità, o riflettere la nostra. Ma in ogni stanza c’è spazio per tracciare un legame fra identità, cultura e design. I tavolini hanno il potere unico di lasciare la scena ad altri oggetti e fare comunque il loro dovere in termini di estetica e funzionalità, chiaramente a patto che vengano selezionati con un occhio di riguardo per lo stile.
I tavolini ristabiliscono l’equilibrio in un mondo di squilibrio.
Tavolini bassi
Che cos’hanno in comune i grandi salotti della storia, della cultura pop… e delle nostre case? Esatto: quel comodissimo supporto dove appoggiare telecomandi, libri, un cocktail alla fine di un’impegnativa giornata di lavoro o semplicemente un rigoglioso vaso di fiori. I tavolini sono presenti in tutti i soggiorni del mondo, ma non si montano la testa. Non chiedono la nostra attenzione, eppure la attirano ugualmente.
Modelli come Final Cut e Douglas, firmati da Mauro Lipparini, sono la riprova che anche nella funzionalità può annidarsi la bellezza. Questi non sono banali tavoli: sono dichiarazioni di creatività personale. Douglas ci invita a fare un passo indietro per apprezzare la perfetta interazione fra angoli, materiali e combinazioni all’interno di un ambiente, mentre Final Cut è un capolavoro di ingegneria. Definirlo “tavolino” significa sminuire la peculiarità del design e della fattura.
Uno sguardo oltre la semplicità
L’ingrediente che non può mancare nella ricetta di uno spazio living elegante e al contempo sobrio è indubbiamente il vetro. Inserito in un mobile, conferisce un tono di solennità e leggerezza al design degli interni e, con la sua trasparenza, placa la curiosità di chi vuole vedere l’anima di una struttura.
Chimera è la quintessenza del tavolino in vetro. Dainelli Studio ha preso un materiale notoriamente fragile e l’ha trasformato in un oggetto solido, un mix di ingegneria e design che rispetta la materia prima e la trasforma in un trionfo di linee sinuose, luce e magnificenza.
Per far emergere le altre forme e sfaccettature dei tavolini, Mauro Lipparini ha trattato due capolavori d’arte vetraria come Rebus e Odissey con due lavorazioni altrettanto uniche: la serigrafia e il taglio al laser. Senza il vetro, sarebbe impossibile apprezzare lo stile geometrico di Rebus o la misurata eleganza di Odissey, capire che il design è la vera star dello spazio e che i materiali, se sapientemente abbinati, possono esaltarsi a vicenda.
La riscoperta del marmo
Il marmo è talmente connaturato alla nostra cultura che a volte ci dimentichiamo di quanto sia pregiato. Ecco perché i nostri designer hanno dovuto cambiare prospettiva per dimostrare che anche un umile tavolino può diventare un favoloso esempio di acume artigianale.
Il bello del marmo è che ogni lastra può avere gradazioni e colori diversi, armonie indomabili dettate esclusivamente dalle venature: nessun tavolo o prodotto in marmo è uguale all’altro.
Il marmo è un materiale naturale unico nel suo genere, capace di nobilitare ambienti e interni nei secoli con la sua magnetica bellezza.
Con Moon Invaders, Gino Carollo denota una sensibilità unica nell’uso di questo materiale. La sua creatura “abbraccia di buon grado il movimento artistico isometrico americano degli anni Ottanta e Novanta”, superando tutta la produzione del secolo precedente. Racchiuso in una cornice di pelle conciata al vegetale, questo concept avveniristico permette di ammirare il marmo in tutta la sua naturale sontuosità e, con la sua genialità tutt’altro che fredda, ci coinvolge emotivamente.
Il contatto con la terra
Ogni volta che riusciamo a portare un pezzetto del mondo esterno in casa, a percepire un’affinità spirituale con il suolo su cui camminiamo, a meditare e immergerci anima e corpo nella natura, diventiamo persone migliori. Capace di toccare le corde della nostra interiorità, il legno è un materiale con il quale artigiani, designer e creativi hanno un rapporto quasi unico.
Il legno è un fil rouge tra passato, presente e futuro. Il suo calore ci fa ritrovare il contatto con i materiali freddi e a volte duri impiegati nel design. In più, può essere trattato con finiture su misura per ogni ambiente.
Armonia di Gordon Guillaumier è la sintesi perfetta di tutto questo. Qui il legno fa da contrappunto alla struttura geometrica in metallo, con il doppio effetto di stemperare il rigore del tavolino ed esaltarne l’intrinseca semplicità.
Noth di Mauro Lipparini, invece, fa leva sulla flessibilità del legno, risultando al tempo stesso robusto e leggero. Il legno non dovrebbe “fluttuare”, ma questa struttura sfida di proposito tutti i preconcetti e ci chiede di riflettere su come un tavolino del genere, inserendosi più o meno discretamente in un soggiorno, possa diventare un messaggero del mondo esterno.
La sottile arte della combinazione
Quando prendiamo un design e produciamo una serie di varianti più o meno piccole, che tipo di operazione stiamo compiendo? L’artigiano mette alla prova le sue abilità, il designer ripensa l’equilibrio degli interni, ma dalla loro sinergia può nascere un nuovo elemento che arricchisce qualsiasi spazio.
Prendiamo ad esempio Petra, di Bartoli Design: tre diverse forme di squilibrio date dalla posizione decentrata della lastra marmo, che trovano il loro punto di forza proprio nell’alternanza di altezze, sagome e persino materiali. Una grande sala potrebbe contenere tutti i tavolini, ma ne bastano anche solo due in un ambiente più raccolto per farci capire fino a che punto un design può essere speciale.
Dainelli Studio applica lo stesso principio a Chimera. Le strutture sovrapposte fanno sì che, presi singolarmente, gli elementi resistano alla prova del tempo, ma combinati riescano a trasformare qualsiasi soggiorno in un capolavoro da ammirare, un saggio di design da leggere voracemente.