Lorenzo Cattelan - CEO
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Da dieci anni sono il responsabile dello sviluppo dei prodotti, dagli schizzi fino alla scelta dei materiali, i potenziali sviluppi e la combinazione di tutti questi elementi per ottenere un risultato finale degno di rappresentare Arketipo. Pensare a come possiamo migliorarci e stimolare il team a riflettere sulle nuove sfide è la base del mio ruolo.
La nostra è un’azienda che gioca con i legami emotivi. Potemmo definirci il classico sarto sotto casa, ma con un quid in più. Dobbiamo instillare nei clienti una curiosità tale da spingerli a entrare e a lasciarsi stupire da ciò che vedono e trovano da noi.
I dettagli. A volte l’assenza di dettagli è essa stessa un dettaglio, non esistono imperativi assoluti. Un dettaglio è qualcosa che si percepisce, si vede, si respira, si vive.
Dietro un prodotto “perfetto” si nascondono tantissime componenti. Ci sono quelle materiali, come un design originale o i materiali di pregio, che danno un senso al nostro universo e al nostro spazio, nell’accezione più letterale del termine. E poi ci sono quelle immateriali, ad esempio il comfort e la modalità, che occupano un posto altrettanto decisivo nel risultato finale. Anche il mix di colori, luci, ombre, riflessi e connessioni emotive con il prodotto può fare la differenza. La compresenza di questi elementi è il segno che siamo riusciti a creare un mobile d’eccellenza e abbiamo assolto al nostro compito.
La perfezione è noiosa. Quello che deve entusiasmarci è la ricerca, non il traguardo, altrimenti non saremo mai capaci di guardare il prodotto con occhi diversi, da un altro punto di vista. Dopotutto, la perfezione non esiste nel mondo reale: è già tanto riuscire ad avvicinarsi. Le tracce di un processo creativo veramente artigianale raccontano una storia mille volte più interessante di qualsiasi prodotto finito.